Foppoli Bramin, una storia scritta sull’acqua

La storia dei nostri manici di legno per utensili si intreccia con quella dei mulini ad acqua della Lombardia e della Valtellina

A mezz’ora di strada dalla nostra azienda, in direzione Teglio (SO), inizia la cosiddetta Valle dei Mulini, così chiamata perché anticamente ospitava ben 38 degli oltre 500 mulini ad acqua sparsi per 72 Comuni della provincia di Sondrio. I mulini ad acqua venivano principalmente usati per la macinazione di cereali, ma erano importanti anche per le prime industrie e per le attività artigianali perché grazie alla forza dell’acqua era possibile produrre l’energia necessaria per far lavorare a pieno ritmo i macchinari.

Conoscere le origini della nostra produzione di manici in legno per attrezzi è importante, perché è da qui che nasce la passione che ancora oggi ci motiva ogni giorno: questo è il motivo per cui vogliamo raccontarla!
Mulini ad acqua e manici di legno

La storia di Foppoli Bramin ha radici profonde nel tessuto storico e culturale della Valtellina in particolare e della Lombardia in generale. Partendo dai primi del Novecento, la nostra realtà familiare ha attraversato decenni di cambiamenti, mantenendo sempre un legame stretto con la sua terra e con le tecniche tradizionali di lavorazione del legno.

Nei primi del ‘900 era Abramo Foppoli, bisnonno di Gianni Foppoli e trisavolo di Simone, l’attuale titolare, a guidare una piccola produzione di manici in legno che rappresentava l’essenza dell’ingegnosità e della dedizione artigianale di quegli anni.
La fabbrica del 900 si basava infatti su una fonte di energia pulita e rinnovabile che ha caratterizzato per secoli il paesaggio lombardo: i mulini ad acqua. Due ruote, alimentate dal flusso di un canale adiacente, fornivano l’energia necessaria per far funzionare le macchine: un sistema che rifletteva la profonda connessione tra l’industria e la natura tipica di quel periodo.

Una di queste ruote era dedicata esclusivamente alla “Segatronchi Veneziana”, una macchina progettata per essere mossa con la forza idraulica, mentre l’altra alimentava il resto dei macchinari, tra cui una trafila, due seghe a nastro e due pialle. Una divisione del lavoro e dell’energia efficace e funzionale che aiutava gli artigiani a lavorare il legno direttamente dal tronco, senza passare dalla lavorazione in tavole.

In questo periodo la produzione si concentrava principalmente sui rastrelli in legno, ma includeva già la realizzazione di manici di legno per attrezzi, segno di una versatilità e di una capacità di adattamento che ha sempre caratterizzato Foppoli Bramin.
Non solo: tutti i macchinari erano stati costruiti internamente grazie alla collaborazione con il maestro Crenna delle scuole tecnico professionali di Tirano. Una scelta moderna e che ha anticipato le attuali collaborazioni tra il mondo della scuola e il mondo delle imprese.

Tra le sfide quotidiane, una in particolare era legata al clima: nei giorni di gelo invernali, prima di poter avviare la produzione, era necessario liberare le ruote dei mulini dal ghiaccio, un’operazione lontana dalle dinamiche moderne ma che dimostra tutta la forza e la resilienza di chi lavorava in quell’epoca.
Foppoli Bramin oggi

La Foppoli Bramin, nel corso degli anni, ha saputo evolversi integrando tecnologie avanzate e allargando il proprio mercato ben oltre i confini locali, ma senza mai dimenticare le proprie radici e, anzi, dando valore ai ricordi di famiglia e alle storie di lavoro e fatica tramandate di generazione in generazione.

Dal 1890 produciamo e forniamo manici in legno Made in Italy per attrezzi e utensili a tutto il mondo, dal Nord Europa al Nord Africa e al Medio Oriente, fino ai nuovi mercati di India e Cina. Ma dobbiamo tutto ad Abramo Foppoli (Bramin era il suo soprannome) e ai Legnamèr della Valtellina che hanno dato al nostro lavoro forma, rigore e passione.

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